Stanotte, nel cuore della notte, ho sognato mio fratello Stefano e mi sono svegliato singhiozzando. Me lo aspettavo perché troppi fili si sono incrociati col secondo posto di Lucio Corsi a San(ST)remo. Come già detto, a casa mia, ho avuto la fortuna di crescere a pane e canzoni. Pino, l’altro mio fratello, continua a sfornarne di bellissime mentre Stefano, che era più sul cantautorato in senso stretto, più non può farlo. Manca quel casinista, non c’è niente da fare, e non c’è tempo che possa lenire la nostalgia, fermare il cadere inesorabile di questa foglia leggera. Cosa ben diversa è invece la bellezza che vive in me grazie al suo passaggio; quella è la primavera che sempre splende. Lucio Corsi era stato notato e amato da Stefano già dieci anni fa, ed è stata una ventata di contentezza fresca aver visto la sua felicità impacciata e sincera sterminare tutta quell’imbecillità volgare, quegli ego mal risolti e quello sfacelo di “musica” (sterco) commerciale, chimica e sinteticamen...
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