Passa ai contenuti principali

Inutili tabù


C’è una parola che è diventata quasi un insulto nel dibattito pubblico: socialismo. Un’altra è addirittura un tabù: comunismo.
Eppure, se togliamo per un attimo le etichette, il pregiudizio instillato in quarant’anni anni di berlusconismo, se distogliamo lo sguardo dall’orrenda poltiglia burocratica e sciatta a cui ci ha abituati la compagine progressista, ci accorgiamo che i principi, portati avanti per oltre un secolo da questi movimenti, sono esattamente quelli di cui oggi abbiamo disperatamente bisogno.
Non parlo di nostalgie, di falci e martelli sventolati per appartenenza, ma di idee. Idee chiare, necessarie.
Sogni da trasformare in utopie, e utopie da trasformare in Futuro - quello maiuscolo - quello che, come l’amore, non vedi l’ora di vedere.
Abbiamo bisogno di un pensiero che rimetta al centro le persone, la società.
Perché oggi il lavoro e i lavoratori sono tornati a essere una merce, qualcosa da svendere al ribasso. Perché il diritto alla salute, all’istruzione, a una casa sono stati trasformati in privilegi sempre più irraggiungibili.
Perché lo Stato sociale, quello che un tempo era un argine alle disuguaglianze, oggi viene smantellato pezzo dopo pezzo nel nome di un “mercato” che, anziché autoregolarsi, concentra ricchezze e potere nelle mani di pochi scaltri.
Abbiamo bisogno di una visione collettiva. Di partiti veri, di intellettuali e politici veri e preparati. Perché stiamo bruciando le energie e il cuore dei pochi giovani dentro istituzioni vecchie e immobili, pesanti e inadeguate a un futuro libero e migliore.
Perché il mito dell’individuo che si fa da solo è servito solo a giustificare le ingiustizie, a colpevolizzare chi rimane indietro, a creare una società di sconfitti.
E invece no, non siamo soli. Non esistiamo fuori dalla comunità, dalla società. Non esistiamo senza diritti, senza solidarietà, senza coscienza, senza l’idea che il benessere del singolo non possa basarsi sul malessere dei molti.
Abbiamo bisogno di un’alternativa al cinismo. Perché la politica di oggi si fonda sull’ignoranza e sulla paura, fomentando la guerra tra poveri attraverso un nazionalismo da bar e un decisionismo da scadente operetta.
Il socialismo e il comunismo italiani hanno sempre parlato di futuro, di cultura, di emancipazione, di una società più equa, più giusta. Hanno concorso alla concreta e positiva realizzazione di quelle parole attarverso la Costituzione Italiana, attraverso decenni di politiche costruttive, di leggi lungimiranti, di appoggio incondizionato al progresso sociale, etico e morale del nostro paese.
E quell’idea non è vecchia: è oggi necessaria.
Vecchi sono quelli che si arrogano il diritto di rappresentarla con linguaggi incomprensibili persino a loro stessi.
Vecchio è questo “io” ingombrante, sempre a favore di telecamera, vecchia è la corruzione e la cancellazione della meritocrazia.
Vecchia è l’incapacità di creare tesi, antitesi e sintesi attraverso la collettività e non attraverso un singolo che le faccia calare dall'alto.
Vecchio è vantarsi di slogan ciclostilati, la spocchia borghese di chi non ha idea della vita degli ultimi e nemmeno dei penultimi, eppure straparla di riformismo e di popolo. Vecchia è l'ignoranza e il qualunquismo, la superficialità che diventa stupidità.
Non si tratta di tornare indietro, ma di guardare avanti.
Svegliamoci.
Credere nella giustizia sociale non è utopia.
Pensare di poterne fare a meno, quella sì, è pura follia.

Commenti

Post popolari in questo blog

Ragazzacci

  Certe età sono schive come animali selvatici. Per me, senza figli, gli unici osservatori possibili sono l’insegnamento e qualche amicizia, le persone, certe preziose e alcune pericolose. Ho un’ammirazione sovrumana per molti amici genitori e quando vedo quel che costa la battaglia quotidiana che affrontano per amore, mi sciolgo. Sarà che (per me) le parole sono importanti, chi poi, psicologi e insegnanti, guarisce e fa crescere le persone con, appunto, la sola forza delle parole, ha il mio incontrastato amore. I ragazzi vivono un mondo a loro fortemente ostile, un oggi narcisista e paranoico, saccente, ignorante e presuntuoso, ladro e infame, che a ogni passo propone un tutorial sulla “giusta” maniera per risolvere le cose. Alla fine, c’è sempre qualcuno al mondo che gli/ci toglie la preziosa illusione di essere i migliori, la personalissima progressione necessaria per cercare di esserlo. Tutto è diventato pericolosamente binario: vincenti/perdenti, bianchi/neri, g...

Inutili file

Fossero stati i nostri padri o i nostri figli e figlie sotto quelle bombe cosa avremmo fatto? Contro gli stati più spietati e armati del pianeta, contro “l’appoggio incondizionato” di tutti gli altri occidentali, cosa avremmo fatto? Cosa avremmo fatto con i nostri figli che piangono disperati senza acqua e senza cibo, con le bombe che cadono continuamente, in una guerra tra Hamas e Israele che, a noi palestinesi moderati, non ci riguarda, cosa avremmo fatto? Io avrei fatto la cosa più sconvolgente e dolorosa di sempre: avrei raccolto i cadaveri dei duemila bambini uccisi e, avvolti nei piccoli sudari bianchi, li avrei depositati in una lunga fila al confine, davanti ai loro assassini. Solo dei bambini quella fila sarebbe stata lunga due chilometri (Duemila metri! Bestie maledette!) ma se ci aggiungessimo i civili incolpevoli, quello straziante sentiero raggiungerebbe i cinque/sei chilometri. Dalla parte opposta a quell'infame muro aggiungerei il chilometro e mezzo di morti israelia...

Liberiamoci!

  La situazione innescata dall’irresponsabilità sovranista statunitense è, per sé stessa e per il mondo, tragica. Fare a meno degli Stati Uniti è però necessario e complesso. No! Non tagliamo nulla degli Stati Uniti della Beat Generation, né di quelli di Pete Seeger, di Woody Allen, dei sinceri democratici, di generazioni e generazioni di uomini e donne che, per la Democrazia, per la conquista dei diritti civili e per la Libertà, si sono immolati.  Gli Stati Uniti sono, anche e soprattutto, Martin Luther King, sono letteratura, jazz e blues. E noi, con quel popolo di ultimi, siamo fratelli e sorelle. Sono nostri compagni. Ma recidere il cordone che ci lega alle amministrazioni sanguinarie e sprezzanti dei diritti internazionali, che si sono succedute negli ultimi decenni, con la logica perversa e inumana delle multinazionali e le interferenze tossiche della CIA, è diventato per l’Europa e per l’umanità tutta esiziale. I loro e i nostri sovranisti sono già stati sconfitti da...